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Versi e musica di Mauro Geraci
Roma, 28 dicembre 2023

Con lo zuccherino delle tecnologie e delle loro potenzialità creative (per molti aspetti straordinarie) hanno finito per farci vivere sempre e per ogni cosa davanti e dentro gli schermi (dall’home banking fino al tutorial su come cambiare la lampadina alogena della propria macchina, dal mercatino per ogni cosa alle tasse, alla scienza, all’istruzione, ai consulti medici, psicologici, sentimentali e coniugali, alle ricette, alla magia nera ecc.. ecc… a mai finire). Noi siamo chiusi negli schermi e scarichiamo app mentre fuori succede di tutto; noi (specie i giovani) perdiamo fiducia nel portare avanti battaglie dai possibili risultati istituzionali (come lo furono quella per la riforma agraria, l’occupazione delle terre, per le 8 ore e poi per l’articolo 18 fino al divorzio ecc…) mentre fuori si giocano le partite reali. Insomma, questi social mi sembrano ben poco social e per nulla socialisti! Quindi è dal loro smantellamento che bisogna cominciare per costruire un mondo migliore. Perché, tutti i femminicidi che ci sono non sono fatti da ragazzini, più che patriarcali, come erroneamente si dice, completamente alienati, deboli, disadattati, incapaci di reggere la benché minima difficoltà, il minimo abbandono (Giulia a Filippo non l’aveva neppure lasciato, anzi si preoccupava di lui, voleva solo una pausa di riflessione e lui non ha sopportato neppure questo e l’ha uccisa)? E questa debolezza non è forse da imputare in gran parte alle esaltazioni finte dello schermo e alle logiche del laissez faire che dominano le nuove genitorialità, le nuove psicopedagogie… insomma gli schermi dei social, come del resto già scriveva nel 1991 il grandissimo sociologo Jean Baudrillard nello straordinario La trasparenza del male. Saggio sui fenomeni estremi, ci hanno del tutto reso immagini evanescenti, televisive, virtuali, prive di ogni effettivo potere corporeo (quindi vitale e mortale) e sociale. Tutti annullati in una globalità che cancella ogni diversità, ogni memoria, ogni possibilità di contrasto, direi quasi di vita democratica. Questo per dire che i primi veri antisocial non sono quelli che la pensano come me ma gli stessi social. NON C’E’ NULLA DI PIU’ ANTISOCIALE E NO SOCIAL DEI SOCIAL! La poesia e la musica però non le ha mai vinte nessuno, neppure le guerre, ed è per loro che io forse riesco ancora a sperare in qualche forma possibile di Restaurazione, di ritorno alle autonomie di dialetto, cultura, società, giustizia e pensiero, anche a partire dal 2024 per il quale vi faccio i miei più accorati AUGURI!

Testo
Se il 2023 t’ha lasciato a bocca amara,
se non sei più resiliente, come dire, alla caciara,
se la guerra t’ha guastato il Natale econormato,
se il pandoro che hai mangiato non è quello gettonato,
se ti manca solo il ponte per entrare nel futuro,
se ancor cara è la benzina per andare oltre quel muro,
se sei in gabbia nei profili, tra le sbarre dei social,
e se il mondo trasparente ti fa oggi tanto mal,
se col clima ch’è cambiato non ci son mezze stagioni,
se la banca non fa il mutuo per le arance ed i limoni,
se sei solo nella rete dallo schermo schiavizzato,
se le offerte / truffe te le impone ormai il mercato…

Scarica l’app della felicità,
scarica l’app che pace porterà,
scarica l’app che non ti fa incazzà,
scarica l’app e il sole brillerà,
scarica l’app e niente dovrai far,
scarica l’app l’amore tornerà,
scarica l’app per l’anno che verrà,
scarica l’app e avrai la libertà!

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NON C’E’ NENTI DI CCHIU’ ANTISOCIAL DI LI STISSI SOCIAL!
…E VI LU DICI LU CANTASTORI SICILIANU MAURU GIRACI
CHI AMA LA PUISIA E LA PACI
E I CORNAZZI DI BISONTI
RUMPI A CHIDDI DI LU PONTI!

 

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Author: Mauro Geraci

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