Sabato 26 ottobre 2024, alle ore 17,30,
presso il PICCOLO TEATRO
in Via Monastero 1 a PATERNO’ (Catania)
DI PIAZZA IN PIAZZA, CANTANDO COSE VERE
concerto di cantastorie tra passato, presente e futuro
Tre degli imprescindibili tratti distintivi dell’arte dei poeti-cantastorie sono, certamente, l’essere autori o poeti di storie e ballate di propria composizione che invitino a far riflettere il pubblico su fatti storici precedentemente osservati e ragionati; organizzare una qualche forma di spettacolo “esportabile”, cioè in grado di essere portata e compresa in tutte le piazze del mondo, reali e virtuali che siano; il realismo poetico ossia quel “guardare da una certa distanza” i fatti che ci circondano caro anche a Verga come a molti altri narratori e poeti, dai trovatori del Medioevo sino a Brecht. Con lo spettacolo Di piazza in piazza, cantando cose vere. Concerto di cantastorie tra passato, presente e futuro, l’Associazione culturale Cantastorie Busacca ha inteso così riportare al centro dell’attenzione proprio quei caratteri che contraddistinguono e fondano l’opera non solo spettacolare ma osservativa, poetica e politica dei cantastorie. Uno spettacolo in cui – il prossimo Sabato 26 ottobre 2024, alle ore 17,30, presso il Piccolo teatro di Paternò – , attraverso la partecipazione di cantastorie come Francesca Busacca, Mauro Geraci, la piccola Ginevra Giuffrida, Turi Marchese e Giacomo Sferlazzo, il pubblico avrà la possibilità di riapprezzare l’originalità del lavoro compositivo del cantastorie in un Teatro dialettico assunto come Piazza del Mondo. L’intervento di Mauro Geraci (studioso dei cantastorie e cantastorie egli stesso), dell’etnomusicologo Mario Sarica come della pittrice cartellonista Carmen Busacca, contribuiranno anche a mettere in evidenza altri aspetti che fanno di un cantastorie un cantastorie e non un “semplice” cantante, folk singer, cantautore o musicista: la multimedialità di cui la pittura cartellonistica è elemento fondamentale; il muoversi tra il registro cantato, parlato e recitato con un sapiente padroneggiamento teatrale e gestuale; la mediazione che egli ha sempre svolto, tra cultura popolare, di massa e borghese, anche trovando infinite possibilità espressive tra lingua e dialetto; il porsi quale narratore disincantato ed estraniato dei fatti e, al tempo stesso, poeta popolare che scova, partecipa e denuncia- come diceva il cantastorie di Avola Salvatore Di Stefano – le “cose che non quadrano”. In questo senso, l’Associazione culturale Cantastorie Busacca – che sin dal 2016 continua a rivitalizzare con tante iniziative il cantastorie per riportarlo ai suoi specifici spazi poetici, politici ed espressivi – con quest’altra, prossima iniziativa punta a riproporre le specificità proprie dello spettacolo del cantastorie, l’unico, osservava già Carlo Levi, per il quale “molti meridionali si sentono ancora partecipi più che spettatori passivi”.
Locandina
Comunicato stampa