Car* asterisc*, pover* Crist*

Versi e musica di Mauro Geraci

La logica maligna del politicamente corretto, signori miei, ci sta appiattendo, rovinando e non siamo più liberi di parlare, di usare liberamente la nostra lingua che in sé non ha sesso. Così l’uso assurdo e ridicolo dell’asterisco per de-sessizzare l’italiano. Abuso che ha reso il povero asterisco inviso alle vocali che ora, per questo, si ribellano. L’italiano ha infatti moltissime forme, sia maschili che femminili, che annullano la differenza di genere, a prescindere dalla particolare, sacrosanta, disposizione sessuale di ognuno e che non è in discussione (quando dico “le piante” indico anche “il pino” e “il cipresso”, e quando dico “carissimi amici” o, per noi cantastorie siciliani, “amici di sta chiazza”, mi riferisco a tutti, ma proprio a tutti, tutti, tutti “l’omini di lu munnu”, masculi, fimmini e ‘nzoccu è ggh’è, senza sesso e distinzioni). Ora, nella mia ballata che qui potete leggere e ascoltare, l’asterisc* si ribella e vuole scendere dalla croce dove l’hanno crocifisso come a Crist*, facendo così risplendere il nostro, antico italiano.

 

testo

Io sono l’asterisco, friscu, cantu, cantu e friscu,
Aristarco m’inventò, ma com’è ca ci pinsò…
Sempre a forma di stellina mi svegliavo ogni mattina
tra le righe a piè di pà, prontu e lestu, là per là.

Nel conteggio dei tributi, m’impiegaru sti curnuti
nelle liste e li tabelle, nta li cunti e li cartelle,
nei messali crocifisso però io non sugnu fisso
e scappavo di ccà e ddà, ogni rigu e in ogni pa, gina, gina.

Nei verbali del processo mi sedevan come al cesso
per citare le orazioni, le sentenze e le omissioni,
mentre ancora capolino faccio in alto al tastierino
e vi servo con passion per le moltiplicazion.

Matematica, genetica, anche l’algebra e grammatica
nni chiamaru a nui astirischi tra grafemi ed obelischi,
capolettera, decori, segni grafici e trafori,
belli e pronti per coscienza, per le arti e per la scienza, nza, nza, nza, nza.

 

Or ci metton dappertutt*, ci si bevon dentro al flutt
transessuali, ermafroditi, froci, gay e pervertiti,
maschi, fimmini appiattiti e li generi finiti,
le vocali non più dett* perché siam tutti corrett*.

Ma cu sta modernità il mio ruolo oggi è cambià
per la lingua senza sess* alla fine m’hanno mess*
e mi usano piuttosto pi frigaricci lu postu,
le vocali a, e i, o, u, or mi mandano a fa ‘n cu*, lo, cu*, lo, cu*.

Tutti uguali, trasparenti, appizzati e sull’attenti
e non scherza più nessuno, anche il riso è inopportuno.
Che futuro assai bigotto, così il mondo m’ha ridotto
sulle mail l’asterisc* così soffre com’ a Crist*

Car* tutt* aiut* aiut*
nelle mail non mi scrivit*
che se in croce m’inchiodat*
non sapet* quel che fat*
donn*, masc*, trans* e gay
pi mia siti tutti ok
ma non fat* più l’infami
con la lingua di li avi!

 

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Author: Mauro Geraci

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